

Dai rifiuti ittici alla bioplastica MarinaTex, questo è il progetto che ha permesso alla giovane Lucy Hughes di vincere il concorso di design James Dyson Award, promossa dall’omonima fondazione, che ogni anno mette in palio 100.000 dollari. Il riconoscimento è nato quindici anni fa con l’obiettivo di stimolare e supportare le future generazioni di ingegneri e designer del futuro, strizzando l’occhio alla sostenibilità. Questa edizione, tuttavia, sarà ricordata come la più “femminile” finora, dato l’alto numero di partecipanti femminili.
Direttamente dall’Università del Sussex, la ventiquattrenne Lucy Hughes ha proposto una soluzione al problema della plastica monouso e delle difficoltà emersa nei processi di smaltimento. Il resto del podio è stato occupato dal progetto Afflo – un dispositivo indossabile in grado di prevedere il sopraggiungere di attacchi asmatici – e Gecko Traxx per facilitare ai disabili l’accesso alle spiagge.
Foto: Ufficio Stampa
Sir James Dyson, fondatore dell’azienda che porta il suo nome, ha dichiarato: “I giovani ingegneri sono mossi dalla passione, dalla consapevolezza e dall’intelligenza necessaria per risolvere alcuni dei più grandi problemi attuali. Il James Dyson Award quest’anno ha ricevuto alcune idee veramente stimolanti, rendendo molto difficile la scelta” Conclude: “Alla fine, la scelta è ricaduta sull’idea di cui il mondo di oggi non può fare a meno, MarinaTex risolve brillantemente due problemi: la onnipresenza della plastica monouso e lo smaltimento degli scarti del pesce”.
Dal canto suo, Lucy afferma: “Non ha alcun senso per me usare la plastica, un materiale incredibilmente longevo, per prodotti che possono avere un ciclo di vita anche di un solo giorno. Penso che MarinaTex rappresenti l’impegno verso l’innovazione e la selezione di materiali che incarnano i valori della sostenibilità, in questo caso, utilizzando risorse locali delle quali occorre perfezionare il ciclo di vita. Sono incredibilmente felice di aver vinto il James Dyson Award con MarinaTex”.
Foto: Ufficio Stampa
L’idea vincitrice è costituita dalla bioplastica MarinaTex, generata da resti di pesce che normalmente andrebbero in discarica e alghe rosse, reperibili in loco, che servono a legare le proteine estratte dagli scarti ittici. Ciò che si ottiene è un materiale in fogli flessibili e traslucidi, utili per produrre imballaggi monouso. La resistenza si unisce alla flessibilità grazie ai solidi legami molecolari che caratterizzano tale bioplastica.
La produzione del materiale avviene sfruttando poca energia e con temperature inferiori ai 100 gradi. La durata è di 4-6 settimane, dopo le quali il prodotto si biodegrada e può essere smaltito con il compostaggio domestico, senza rilasciare sostanze tossiche. Dalle stime dell’inventrice da un merluzzo bianco atlantico dovrebbero consentire di ottenere la quantità di rifiuti organici per produrre 1400 sacchi di MarinaTex.
Foto: Ufficio Stampa
Gecko Traxx – Foto: Daniel Pockett
Afflo – Foto: Ufficio Stampa
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