Laila: un chabot che comprende il nostro linguaggio

L’Università Luigi Vanvitelli crede nella seconda generazione di chatbot Il chatbot Laila di seconda generazione è partnership tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’ateneo campano e la startup Mazer per lo sviluppo di tecnologie avanzate di IA e natural language processing. Un finanziamento diretto pari a 24mila è il primo passo per inaugurare una vera […]

di Redazione Innovami.news | 20 Gennaio 2020
Foto: Ufficio Stampa

L’Università Luigi Vanvitelli crede nella seconda generazione di chatbot

Il chatbot Laila di seconda generazione è partnership tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’ateneo campano e la startup Mazer per lo sviluppo di tecnologie avanzate di IA e natural language processing. Un finanziamento diretto pari a 24mila è il primo passo per inaugurare una vera e propria terza via nel mondo degli agenti conversazionali.
E’ con questo intento che si avvia la collaborazione tra Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e la startup Mazer, che ha sviluppato Laila, un chatbot conversazionale che esplora i nuovi confini raggiunti dall’intelligenza artificiale nel campo della user experience.  È una piattaforma tecnologica che si basa su una sofisticata Intelligenza Artificiale in grado di elevare la capacità di comprensione del dialogo con l’essere umano a un livello superiore.
Laila

Foto: Ufficio Stampa

Laila, sebbene sia ancora in fase di sviluppo, riesce a capire le domande e la sentiment dell’utente.  L’obiettivo finale è quello di comprendere il linguaggio naturale come farebbe un operatore umano, senza utilizzare frasi preimpostate o pilotate, gif animate, immagini ed emoticon come farebbe un operatore umano per coinvolgere l’utente nella comunicazione ed empatizzare con lui, comprendendone lo stato d’animo.

Come spiega Gianfranco Fedele, co-founder e CTO di Laila, l’assegno finanzierà una ricerca sul Natural Language Processing, che servirà a produrre nuove tecnologie inedite. Si tratta di studi riguardanti sistemi utili per la comprensione del linguaggio naturale, ovvero strumenti che aiutano Laila a comprendere intento, sentiment e stato d’animo di chi sta dialogando e guidare la conversazione verso una più completa soddisfazione dell’utente.

Laila

Foto: Ufficio stampa

Da questa collaborazione sono nate tre differenti strumenti di Machine Learning e di Reti Neurali Artificiali, che sono il cuore del funzionamento del chatbot. Come afferma Carmine Pappagallo, Ceo e Co-founder, l’obiettivo è avviare una terza via degli agenti conversazionali, perché  la prima è quella creata dai chatbot, basati su semplici domande e risposte pre-caricate, la seconda via è quella degli agenti conversazionali come, ad esempio, Siri, Cortana o Alexa, ed infine c’è Laila che si affermerebbe come un chatbot di seconda generazione, potenzialmente in grado di comprendere il linguaggio naturale in maniera fluida su diversi intent e argomenti.

Laila ha la facoltà di crescere da sola, si alimenta giornalmente dei nuovi intent creati, ingloba risposte e know-how e lo mette a disposizione di tutta la comunità di persone che utilizzano Laila. Dovrà diventare uno strumento autonomo e per questo motivo il team Mazer sta lavorando sulla personalizzazione autonoma.

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