Una fotografia del network dei parchi italiani grazie a Elena Prodi e APSTI
Per la prima volta, grazie alla ricerca di Elena Prodi, ricercatrice del Dipartimento di Economia e Management, Università degli Studi di Ferrara e ADAPT Research Fellow, è stata studiata la geografia del sistema dei parchi scientifici e tecnologici italiani. “Primo questionario dinamico sui parchi scientifici e tecnologici italiani soci di APSTI” è il titolo della ricerca nata in collaborazione con l’Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani. La mappa dello studio ha coinvolto 20 PST soci dell’associazione presieduta dal presidente Fabrizio Conicella. Dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, alla Sicilia e alla Sardegna, passando per la Toscana, il Piemonte, l’Umbria, l’Emilia-Romagna e tante altre. Uno spaccato significativo di una realtà che, in totale, conta oltre 45 parchi diffusi in tutta la penisola.
Come spiega il documento,”la ricerca nasce per capire le capacità progettuali dei parchi di mobilitare e coordinare risorse, entrare in relazione coni mercati locali, nonché di interagire dentro a un più ampio contesto nazionale”. Le mission dei PST per questo progetto sono veramente numerose: la prima tra tutte quella di “favorire la collaborazione tra grandi e medie imprese e piccole imprese innovative (start-up, spin off)”. Successivamente, l’obiettivo è quello di trasferire conoscenze scientifiche e tecnologiche da enti di ricerca pubblici e privati verso il sistema delle imprese del territorio. Il 76% degli intervistati ha indicato come mission “trasferire le conoscenze scientifiche e tecnologiche dall’università verso il sistema delle imprese del territorio”. Infine, 14 parchi su 20, inoltre, hanno dichiarato che il senso della loro presenza nel territorio di riferimento è anche legato alla creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico e far crescere, di conseguenza l’occupazione.
Elena Prodi afferma: “Non ci sono dubbi che il lavoro produzione di nuova conoscenza realizzato dai parchi scientifici e tecnologici e dagli attori della ricerca rappresenti il cuore dei moderni modelli di produzione e sviluppo dei territori”. Poi spiega meglio lo scopo della ricerca: “L’obiettivo a tendere dell’indagine condotta è offrire uno sguardo di prospettiva rispetto alle attuali dinamiche e relazioni che governano una rete di soggetti variegata ed eterogenea per compiti e funzioni. Operativamente, l’intento è consentire alla rete dei parchi di farsi comunità, condividendo risorse, problematiche, buone pratiche e progettualità, nonché di coordinare maggiormente le proprie iniziative, generando ricadute positive sui territori di riferimento”.
Parla anche Fabrizio Conicella, presidente di APSTI: “Ogni azione si deve basare sulla conoscenza. L’obiettivo della nostra analisi, ed altre sono in corso, era oggettivare una situazione risultato di anni di attività dei diversi Parchi Scientifici parte di APSTI. Passare dalla frammentazione ad una visione di sistema che consentisse di apprezzare non solo il singolo elemento ma il ruolo e l’importanza dell’insieme. (…) Comprendere quale ruolo i Parchi Scientifici abbiano ricoperto e ricoprano oggi come primo passo per impostare la crescita futura. Anche in un mondo diverso rispetto a pochi mesi fa, sempre più complesso e competitivo possiamo e dobbiamo contribuire alla crescita ottemperando alla nostra missione”.
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