L’emergenza sanitaria ha messo in luce alcuni aspetti fragili del modello di sviluppo economico italiano. Tra questi la necessità di un modello attento alla sostenibilità e al rispetto ambientale, ma anche la necessità in qualsiasi settore di seguire un processo di innovazione continua per resistere al cambiamento. Il modello di sviluppo tradizionale – “lineare” – riscontra difficoltà sempre più grandi. Lo sviluppo economico infatti non riesce più a sostenere un modello fondato su:
La Fashion industry è stata una delle prime a sentirne il contraccolpo, contraddistinta da anni di offshoring verso l’Asia. La delocalizzazione ha contribuito al blocco della filiera produttiva per la chiusura delle frontiere durante l’emergenza sanitaria. Di fronte a questa difficoltà, soltanto chi ha saputo riadattare il proprio modello di sviluppo non è andato in apnea. Tra i modelli vincenti, la filiera alimentare ha mostrato forte resilienza: un sistema decentralizzato, applicazione modelli di economia di prossimità e e-commerce, così si è salvata.
Economia circolare significa riuscire a ripensare un ciclo economico che abbia capacità di: rigenerarsi, valorizzare gli scarti come risorsa, riuscire a estendere il ciclo di vita dei prodotti e di condivisione delle risorse. Una trasformazione di questo tipo ha una portata fin troppo gravosa sulla singola azienda, per questo è necessario un sostegno economico e finanziario. Ma si potrebbe fare di più: portare il paradigma dell’open innovation anche nella circular economy. È necessario che all’innovazione si affianchino gli strumenti e le realtà che permetta alle aziende questo passaggio.
“L’Italia è in cima alle classifiche della green economy, ma rischia di perdere il vantaggio perché, dal punto di vista normativo, la legislazione del settore non è al passo.” afferma Riccardo Porro, Chief Operations Officer di Cariplo Factory. Su questo nuovo slancio verso l’economia circolare sicuramente le istituzioni sarebbero di grande aiuto: norme chiare, meno burocrazia e soprattutto un piano di incentivi. Sostegno proveniente dallo Stato quanto dal comparto creditizio. Da qui il via a progetto di innovazione verso un modello virtuoso di recupero di materiali, che permetterebbe di sostenere la ripresa economica.
L’open innovation è diretta alle competenze per guidare il cambiamento, un approccio all’innovazione basata sulle idee, sulle risorse e su competenze tecnologiche dettate da realtà esterne all’azienda. Start up, università, enti di ricerca, fornitori, consulenti avrebbero qui un ruolo di grande rilievo. Nessuno infatti è in grado di affrontare da solo la complessità dei temi portati dai cambiamenti nello sviluppo economico.
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