Morning Consult e IBM hanno condotto “IBM Food Sustainability Study”
Come ogni anno Morning Consult e IBM hanno condotto l’indagine IBM Food Sustainability Study in Europa e negli Stati Uniti, analizzando l’importanza che i consumatori danno alla sostenibilità alimentare. L’indagine ha coinvolto circa 3500 persone, tra cui 988 italiani, ha mostrato come per i consumatori sia importante conoscere la provenienza del cibo che viene consumato ed anche come i consumatori stiano diventando più responsabili nelle scelte d’acquisto e più esigenti nei confronti dei brand alimentari.
I consumatori chiedono ai brand chiarezza e trasparenza dei processi con il supporto della tecnologia. Cresce la fiducia nei sistemi di tracciabilità basati sulla blockchain quali indicatori per acquisti più sostenibili; tuttavia, i prezzi troppo alti rimangono ancora un ostacolo da abbattere. La pandemia di Covid-19 ha portato cambiamenti anche nell’educazione alimentare degli italiani: la metà degli intervistati ora è più propensa a preoccuparsi della sostenibilità del cibo che consuma.
Sostenibilità del cibo: quanto pesa per gli italiani?
Nella valutazione degli acquisti, gli italiani danno precedenza alla provenienza locale e ai cibi sani piuttosto che all’origine sostenibile o alla riduzione degli sprechi. In particolare, sono le generazioni più anziane a dare peso alla provenienza del cibo, mentre i giovani danno più importanza ai benefici per la salute.
La ricerca ha evidenziato come i prezzi ancora troppo alti siano il principale ostacolo all’approvvigionamento di cibi di provenienza più responsabile a livello europeo. Per gli italiani, però, è la scarsità di informazioni relative alla provenienza del cibo a rappresentare la principale problematica al momento dell’acquisto: 3 italiani su 4, infatti, sono disposti a pagare anche di più del prezzo allo scaffale per poter disporre di cibi di origine sostenibile.
La maggioranza degli intervistati italiani ha espresso preoccupazione per lo spreco alimentare: sono soprattutto le donne e i Millennial le categorie più attente agli sprechi. Inoltre, il 92% degli intervistati si è detto più disponibile ad acquistare alimenti presso supermercati che hanno progetti e iniziative riguardanti lo spreco alimentare.