
La sfida per il mondo dell’informazione è eliminare il rumore di fondo
Nell’era della digitalizzazione è sempre più difficile lavorare nel mondo dell’informazione senza cadere nella trappola delle bufale e del flusso continuo di dati cui tutti siamo sottoposti. La sovrabbondanza di fatti e fonti è il primo nemico per il mondo del giornalismo, che per agire professionalmente ricorre sempre più spesso all’intelligenza artificiale.
Socialbeat è la start up nata nel 2017 che ha proprio come obiettivo la semplificazione del lavoro di chi crea contenuti editoriali. In particolare il brand raccoglie in un’unica schermata tutto ciò che serve per rimanere aggiornati, senza dover tenere aperte innumerevoli tab, e senza rischiare di perdere fatti di rilievo. In questo modo tutte le fasi meccaniche risulteranno meno farraginose. Milioni di news, post social e video sono in un unico luogo.

Foto: Unsplash
L’intelligenza artificiale Socialbeat a disposizione del giornalismo
Con l’intelligenza artificiale Socialbeat, consapevole di tali difficoltà, automatizza il monitoraggio delle fonti, la selezione dei temi e il momento della pubblicazione, mentre gli aspetti creativi restano in mano al giornalista. A voler offrire tali servizi sono stati i fondatori della start up: Marco Sangalli, Vitantonio Santoro e Mirko Vairo. In particolare Sangalli aveva avuto modo di vedere nelle sue precedenti esperienze di lavoro la necessità di avere molte schermate aperte per osservare costantemente l’uscita di nuove notizie.
Uno dei fondatori, Santoro, spiega: “Siamo andati a sviluppare delle soluzioni di AI da integrare nella nostra piattaforma, ovvero, degli algoritmi che riconoscono il testo delle notizie e lo analizzano. In termini tecnici, abbiamo svolto operazioni di elaborazione del linguaggio naturale, raggiungendo risultati nella lingua italiana, spagnola, tedesca e francese paragonabili a quanto mostrato sull’inglese dai modelli di AI più avanzati”. Non a caso Socialbeat diffonde anche in modo più semplice i contenuti editoriali migliori presso i lettori, rendendoli anche più appetibili.
Inoltre la società ha potuto partecipare alla Google Digital News Initiative, con un finanziamento di 400.000 euro a fondo perduto. A tal proposito Vairo afferma: “Durante il progetto finanziato da Google ci siamo resi conto che ci sono molti limiti nello sviluppo di algoritmi di AI e abbiamo deciso di creare una piattaforma interna che ci aiutasse in questo. Lo strumento è nato da una nostra necessità ma anche altre aziende erano interessate, per questo, abbiamo in programma di potenziare anche questa linea di business”.
Trovi altri articoli sull’intelligenza artificiale cliccando qui
F.C.