
Intelligenza Artificiale e marketing: rivoluzione in corso o falsa partenza?
L’Intelligenza Artificiale rappresenta ormai una realtà consolidata, con oltre il 35% dei professionisti del marketing che già la utilizzano per migliorare la creazione di contenuti, ottimizzare le campagne email, gestire i social media e perfezionare il targeting pubblicitario. Ma le aziende italiane, in particolare, sembrano ancora in ritardo: siamo davvero pronti per questa rivoluzione? Alex Ballato, professionista del marketing e co-founder di Hellodì, Content Media House milanese, ha cercato di rispondere a questa domanda.
IA e creatività umana: conflitto o sinergia?
L’esempio recente del colosso fintech Klarna è emblematico. Dopo aver sperimentato nel 2023 un approccio “AI First” con significativi licenziamenti per favorire l’automazione, l’azienda svedese è tornata sui suoi passi, riassumendo personale umano. Questo episodio dimostra che l’IA difficilmente potrà sostituire del tutto la creatività e l’empatia umana, anche se può essere una risorsa estremamente preziosa se integrata correttamente.
Un’altra questione cruciale riguarda la formazione: molti giovani neoassunti danno ormai per scontato l’utilizzo dell’IA, ma ciò non significa necessariamente che ne facciano un uso efficace o consapevole. Comprendere come integrarla nei processi lavorativi diventa così prioritario.
Il marketing italiano tra scetticismo e opportunità
Nonostante le enormi potenzialità, il marketing italiano si trova oggi a sfruttare l’Intelligenza Artificiale ancora troppo poco e male. Molte realtà locali restano intrappolate in una fase di studio iniziale, limitandosi spesso a un uso superficiale di strumenti come ChatGPT, senza esplorarne appieno le capacità avanzate di automazione e analisi approfondita.
Secondo Alex Ballato, co-founder della media house milanese Hellodì, l’IA non è solo ChatGPT: va ben oltre la generazione di testi e immagini, consentendo operazioni molto più complesse e qualitativamente elevate. Inoltre, richiede investimento di tempo e competenze: non è gratis, né può essere considerata un semplice risparmio di tempo immediato. Infine, cambierà profondamente il mondo del lavoro: è quindi necessario uno sforzo collettivo per adattarsi a questo cambiamento senza precedenti.
Se da un lato le aziende devono affrontare inevitabilmente questa transizione, dall’altro si apre una preziosa opportunità: ridurre la “fatica digitale” per lasciare spazio a compiti creativi e di riflessione, valorizzando così ancora una volta la componente umana.
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