
La necessaria implementazione di tecnologie per le imprese italiane
Secondo i nuovi trend dei consumi digitali in Italia, il distanziamento sociale ha cambiato le abitudini dei compratori online. Ora il 93% preferisce consegne contactless. Alcuni problemi pesano ancora sull’eCommerce: costi elevati di gestione, complessità logistiche, mancanza di competenze sono i principali ostacoli allo sviluppo di questi canali. Non si può negare però quanto sia aumentata la frequenza di acquisto online, che non si è arrestate neanche dopo il lockdown. Complessivamente i volumi di transazioni online negli ultimi 12 mesi sono cresciuti del 15,4%. Così alcuni servizi di eCommerce hanno dovuto gestire una domanda 10 volte superiore nella fase Covid, incappando spesso in problemi di logistica e carenza di prodotti.
L’analisi sull’Ecommerce post lockdown è emersa nel Netcomm Forum Live. In questa occasione Roberto Liscia, Presidente di Netcomm ha affermato: “Il consolidamento di abitudini di consumo sempre più ibride, tra canali fisici e digitali, mette di fronte le imprese alla necessaria implementazione di tecnologie, ancora lontana in Italia rispetto alla media europea. L’obiettivo deve essere contrastare il digital divide e fornire alle imprese quelle condizioni necessarie per proseguire lungo la loro necessaria conversione tecnologica.”

Roberto Liscia
Foto: Ufficio Stampa
Ecommerce post lockdown: i canali digitali e fisici
Nonostante le difficoltà dovute all’improvvisa crescita della domanda, il tasso di soddisfazione dell’esperienza di acquisto è rimasto elevato, anzi, ha avuto un incremento. Alcuni numeri per capire la portata del cambiamento: il 36,4% dei consumatori ha pensato di acquistare online prodotti che prima aveva sempre comprato in negozio; il 25% ha fatto la spesa online; tuttavia, il 42% ritiene che i prezzi siano più alti. Novità dovuta alla pandemia è sicuramente la richiesta di consegne e pagamenti contactless. Carte di credito, prepagate e bancomat sono usate più di prima, così come buoni sconto digitali e app su smartphone. Viceversa, il contante è utilizzato da una percentuale minore.
Ciò ha portato anche a una maggiore richiesta verso i negozi tradizionali di quartiere di sfruttare questo momento per cambiare in maniera permanente, adottando nuove forme di vendita e di dialogo, procedendo all’integrazione dei canali digitali e fisici ed eliminando il contante. La maggior parte degli utenti vorrebbe infatti ordinare i prodotti a distanza e riceverli direttamente a casa oppure ritirare rapidamente nello store la merce comprata online. Una domanda di cambiamento che si scontra con un contesto dove, secondo Netcomm, solo il 79% delle insegne possiede un canale eCommerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online.

Foto: Ufficio Stampa
Il mondo del Fashion e del Design
Netcomm Forum Live ha inoltre visto protagonisti i temi del Fashion e del Design, soprattutto le aziende italiane che vogliono competere sui mercati globali. Le persone con maggiore confidenza digitale, dopo l’esperienza del lockdown, continuano a ricorrere maggiormente agli acquisti online di moda a scapito dei negozi tradizionali: in particolare, sono aumentati coloro che si informano e acquistano online. Gli altri consumatori dimostrano invece una tendenza al ritorno al negozio, dai quali però si attendono nuove esperienze e nuovi servizi come quelli sperimentati online.
Merita poi un approfondimento l’analisi del livello di digitalizzazione degli utenti con le loro aspettative verso la marca: se i cosiddetti utenti low digital si aspettano in primis un’attenzione a promozioni e sconti, gli high digital chiedono alle marche di essere attente a tematiche quali la sostenibilità, l’inclusione sociale e il saper emozionare. “Questa necessità di avere una relazione di partecipazione e condivisione con la marca è in linea con le nuove forme di umanizzazione del digitale che stanno emergendo, ad esempio, in Asia, dove il live streaming commerce sta diventando una modalità di shopping altamente apprezzata.” commenta ancora Liscia. Ormai è evidente che la sfida chiave nel mondo commerciale non è solo quella digitale: al centro ci sono l’uomo e la sostenibilità etica e del Pianeta.

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