

Pepsico ha annunciato la svolta green, la trasformazione strategica end-to-end da mettere in atto per ottenere un valore sostenibile a lungo termine. Ha individuato ben tre linee guida. La prima di queste è un’agricoltura positiva, per diffondere pratiche rigenerative di ripristino della terra. Una positiva catena del valore, prediligendo in generale scelte più sostenibili. Sfruttare dunque la portata del proprio brand per indirizzare i consumatori alla sostenibilità.
L’azienda intende partire proprio dall’approvvigionamento delle materie prime, passando alla vendita e alla distribuzione dei prodotti. Intende svolgere il tutto nel modo più sostenibile possibile. “Sarà una trasformazione fondamentale di ciò che facciamo e di come lo
facciamo per creare opportunità e valori condivisi ponendo al centro la sostenibilità e il capitale umano” ha dichiarato Ramon Laguarta, Presidente e CEO di PepsiCo. Per mettere in atto questo proposito Pepsi ha iniziato sperimentare nel Regno Unito la trasformazione delle bucce di scarto della patata in fertilizzante a basso contenuto di carbonio.
Foto: Comunicato Stampa
É stato poi fatto partire un nuovo programma di volontariato globale, One Smile at a Time, per incoraggiare, sostenere e responsabilizzare i dipendenti PepsiCo ad avere un impatto positivo nelle proprie comunità locali. Si mira poi a proporre imballaggi e bottiglie di plastica riciclabili al 100% entro il 2022. In particolare per gli imballaggi si stanno cercando nuove tecnologie, come l’iniziativa Holy Grail Digital Watermarks o il progetto Flexible Packaging Fund. Molti miglioramenti sono anche destinati al campo alimentare, dove si sta cercando di ridurre il contenuto degli zuccheri e del sodio nelle bevande al di sotto del 50%.
“Si tratta di una trasformazione importante per il nostro business. Evolere il nostro portfolio e fornire ai consumatori scelte positive è la cosa giusta per il nostro pianeta e per le persone” ha commentato Silviu Popovici, CEO di PepsiCo Europe. “Tuttavia, questi cambiamenti da soli non saranno sufficienti. Dobbiamo collaborare con i governi e altre parti interessate che ci aiutino ad essere più veloci e dobbiamo assicurarci di avere le infrastrutture e gli ecosistemi giusti per riuscire a reinventare il modo in cui il cibo viene coltivato, prodotto e apprezzato.”
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