Le connessioni tra tech e videogioco sono un fenomeno che fa parte del quotidiano al punto che quasi non sorprende più constatare i nuovi traguardi che, uno dopo l’altro, vengono raggiunti da questo binomio. Da sempre il videogaming e le nuove tecnologie hanno viaggiato di pari passo, facilitando reciprocamente l’uno la crescita dell’altro e contribuendo allo sviluppo che ha portato, oggi, al videogioco come principale medium di intrattenimento. In effetti, volendo osservare alcune particolari tecnologie, ci si rende conto di come queste siano stati capaci di trasformare il videogaming in maniera radicale: nuovi tipi di gameplay, funzionalità innovative o anche solo la digitalizzazione di aspetti astratti come l’aleatorietà sono obiettivi resi concreti grazie al progresso tecnologico, e alla capacità del videogaming di massimizzarne le potenzialità.
Impossibile non pensare come prima cosa a un oggetto che rappresenta il sunto di diverse innovazioni in costante evoluzione, più che una tecnologia di per sé: lo smartphone. In ambito videogaming il suo più grande pregio è stato prestare al videogioco la sua mobilità: il gaming mobile, non a caso, rappresenta il mercato più remunerativo dell’intero settore videoludico, con percentuali altissime di videogiocatori che si dichiarano mobile gamer. La mobilità è stata vista ben presto come una caratteristica potenzialmente rivoluzionaria associata al videogaming: basti pensare al Game&Watch o al Game Boy di Nintendo, o alla PlayStation Portable di Sony. Lo smartphone però, non essendo una console specializzata, ha permesso una diffusione del mobile gaming senza precedenti, stimolando anche lo sviluppo di particolari generi videoludici: dai casual game agli eSport competitivi, innumerevoli titoli si sono ben volentieri adattati al touchscreen.
Impossibile non citare i costanti miglioramenti delle tecnologie di visualizzazione digitale, siano questi riconducibili all’AR o alla VR. La realtà aumentata, per la quale le prime applicazioni immaginavano un uso tramite lenti di occhiali, è presto approdata su dispositivi dotati di fotocamera così da inserire, nell’immagine catturata dal mondo reale, i più diversi elementi videoludici. La realtà virtuale, dal canto suo, è sempre stata vista come un’applicazione fantascientifica fin dai primi esperimenti in wireframe e, oggi, è alla base dello sviluppo del Metaverso; parallelamente, i visori imprescindibili per il suo utilizzo sono rapidamente diventati vere e proprie periferiche per videogiochi, necessari per tutti quei titoli che li utilizzano per offrire un grado di immersione senza precedenti.
Dando uno sguardo alla programmazione, impossibile non celebrare l’impatto avuto sul videogaming dagli algoritmi di generazione casuale di numeri. Si tratta di programmi che, a partire da un input irripetibile o da un seed, sono in grado di generare ogni volta un numero arbitrario: un risultato fondamentale in un mondo dove qualsiasi cosa è programmata fin dalla sua origine. In termini videoludici si tratta intuibilmente dell’unico modo per trasporre in digitale l’aspetto casuale dei più classici intrattenimenti da casinò, come per esempio le slot machine: grandi protagoniste nell’offerta di operatori specializzati come PokerStars Casino, il loro funzionamento ruota attorno proprio alla generazione di numeri casuali che garantiscono quella casualità in origine assicurata dall’imprevedibilità del movimento dei rulli. Ma anche nei videogiochi di ruolo, eredi di quelli classici con carta e penna, la generazione casuale di numeri è fondamentale: al posto del lancio di un dado, al quale sono affidate le probabilità di successo di un’azione o una scelta, si ricorre ai RNG.
Va infine citato il ruolo dello streaming nel videogaming: non solo si tratta del più diffuso mezzo di copertura di eventi sportivi videoludici, sia su larga scala che come semplice trasmissione di gameplay personali, ma la sua tecnologia è alla base del cloud gaming. Il videogioco in cloud, infatti, si caratterizza per aver bisogno solo di una connessione, sebbene necessariamente stabile e performante, e di un qualsiasi dispositivo connesso, persino un banale tablet o una TV: il videogioco, infatti, verrà solo trasmesso su quest’ultimo. Il videogiocatore, tramite apposito controller, comanda un videogioco installato su un server remoto: è su questo che si svolge effettivamente il gameplay, il quale viene poi trasmesso in tempo reale – al netto di pochi millisecondi di ritardo – sul dispositivo del videogiocatore. Nonostante la chiusura del più ambizioso progetto di tale tecnologia, Google Stadia, il cloud gaming continua i suoi progressi segnalandosi come un’altra tecnologia in grado di trasformare, letteralmente, la stessa idea di videogioco.