Come funzionano i prezzi dell’energia? Guida semplice tra tariffe, fluttuazioni e bollette

Il tema dell’acquisto dell’energia elettrica non è un argomento riservato agli addetti ai lavori: le famiglie e le imprese ne sperimentano gli effetti sul bilancio. Quando la bolletta arriva, la cifra finale sembra nascere da calcoli misteriosi, sigle e tabelle che scoraggiano anche il lettore più paziente. Invece, comprendere cosa si nasconde dietro quel numero consente […]

di Redazione Innovami.news | 23 Luglio 2025

Il tema dell’acquisto dell’energia elettrica non è un argomento riservato agli addetti ai lavori: le famiglie e le imprese ne sperimentano gli effetti sul bilancio. Quando la bolletta arriva, la cifra finale sembra nascere da calcoli misteriosi, sigle e tabelle che scoraggiano anche il lettore più paziente.

Invece, comprendere cosa si nasconde dietro quel numero consente di scegliere il contratto più adatto e, alla lunga, di spendere meno. I principi economici alla base dei prezzi sono ben precisi ed è utile conoscerli in modo che il tema risulti accessibile e si possa sapere cosa regola il totale riportato nelle bollette dell’energia.

Dal produttore al contatore: capire l’indice PUN energia

Per orientarsi tra i costi, occorre partire dall’asta giornaliera della Borsa Elettrica, dove domanda e offerta si incrociano e definiscono il Prezzo Unico Nazionale, noto come indice PUN energia. Questo valore, espresso in euro per megawattora, cambia costantemente e costituisce la base dei contratti a prezzo variabile.

Per fare un esempio, si può pensare a un grande mercato ortofrutticolo: le centrali che immettono elettricità potrebbero essere paragonate ai produttori che portano cassette di frutta, mentre i fornitori (ovvero le società che poi fatturano al cliente finale) agiscono come grossisti: acquistano all’asta e rivendono, aggiungendo i costi di gestione e il margine commerciale.

Quel margine, insieme a tasse, oneri di rete e accise, spiega perché la tariffa in bolletta superi spesso in modo netto il valore del PUN.

Una volta chiarito il meccanismo, risulta più semplice comprendere che il prezzo pagato a casa non dipende soltanto dal kWh consumato: la fascia oraria, il tipo di contatore, la potenza impegnata e il tipo di contratto hanno, infatti, ruoli complementari. Da qui l’importanza di leggere attentamente le condizioni economiche, specialmente se il contratto prevede adeguamenti collegati al PUN.

Tariffe a prezzo fisso o variabile: quale conviene?

Due grandi famiglie di offerte dominano il mercato: offerte a prezzo fisso, che bloccano il kWh per un periodo prestabilito, e offerte indicizzate, che seguono di lontano l’andamento della Borsa Elettrica.

Chi opta per la prima soluzione ottiene una certa serenità, dal momento che la spesa resta prevedibile anche se il PUN dovesse aumentare: in cambio, il prezzo fissato dal venditore comprende già un “cuscinetto” destinato a coprire le oscillazioni future.

L’accessibilità digitale come leva strategica per l’innovazione

Chi preferisce l’indicizzazione, al contrario, accetta la possibilità di risparmiare nei mesi in cui il PUN scende, pur consapevole che, nel caso di eventuali picchi, la bolletta potrebbe aumentare.

La scelta dipende da vari fattori: abitudini di consumo, propensione al rischio, oltre alla disponibilità a monitorare il mercato.

Per una piccola impresa, nella quale l’incidenza della voce elettricità sul costo di produzione è elevata, la strategia di fissare il prezzo per lunghi periodi può salvaguardare il margine di profitto. Una famiglia con consumi modesti, invece, potrebbe sperimentare una formula variabile, compensando eventuali aumenti con comportamenti virtuosi.

Elementi che fanno salire o scendere il costo dell’elettricità

Se il PUN costituisce la base del prezzo all’ingrosso, numerosi fattori ne spingono il valore verso l’alto o verso il basso. Tra questi, il costo del gas naturale (ancora oggi combustibile cardine per molte centrali), il prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica e le condizioni climatiche.

Un’estate torrida, con il conseguente aumento della domanda di climatizzazione, tende a far crescere il prezzo; al contrario, giornate ventose o particolarmente soleggiate, grazie alla forte produzione rinnovabile, possono favorire una diminuzione.

La complessità aumenta se si considera la rete tra i vari Stati: importazioni ed esportazioni bilanciano il sistema, ma lo fanno in base a convenienza economica istante per istante.

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Come leggere la bolletta voce per voc

Il cliente riceve un documento che, se esaminato con cura, descrive l’intera catena di valore. Oltre alla spesa per l’energia, quella che effettivamente remunera i produttori, compaiono le voci di trasporto e gestione del contatore, costi sostenuti dalle società di distribuzione per mantenere in efficienza reti e cabine.

Sono presenti poi gli oneri generali di sistema, fondi che finanziano, ad esempio, le agevolazioni per le industrie energivore o gli incentivi alle rinnovabili. Infine, l’IVA e le accise completano il valore totale.

Molti utenti concentrano l’attenzione sul prezzo medio per kWh, trascurando parametri come la potenza impegnata: un’abitazione con più elettrodomestici ad alto assorbimento potrebbe necessitare di un contatore superiore ai 3 kW standard, con costi fissi aggiuntivi che pesano sulla spesa annuale. Un primo passo verso il risparmio consiste, quindi, nel verificare se la soglia di potenza scelta corrisponde ai reali picchi di consumo.

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